Mental coach e mental trainer: facciamo chiarezza

Domenica 1° agosto 2021, Olimpiadi di Tokyo, 21:50. 

L’Italia è con il fiato sospeso, davanti alla televisione, per vedere Marcell Jacobs, un italiano, nella finale dei 100m alle olimpiadi. Marcell taglia il traguardo in 9.80 secondi, migliorando il record europeo stabilito da lui stesso poche ore prima di 9.83 s. 

Nell’intervista successiva alla vittoria, Marcell ringrazia la sua Mental Coach, che segue la sua preparazione mentale e lo aiuta nei momenti di difficoltà. Questo è un evento molto importante in quanto viene pubblicamente ammesso da un campione olimpico l’importanza della salute mentale. 

Siamo nella prima olimpiade post Covid, rimandata di un anno a causa della pandemia, durante la quale anche la campionessa americana di ginnastica artistica Simone Biles, si ritira poiché “sentivo che sarebbe stato meglio mettermi in secondo piano per lavorare sulla mia consapevolezza… non volevo far rischiare alla squadra di perdere una medaglia a causa dei miei errori perché hanno lavorato troppo duramente per questo… devo fare ciò che è giusto per me e concentrarmi sulla mia salute mentale e non mettere a repentaglio il mio benessere”. 

Tutti questi eventi hanno aiutato ad aumentare la consapevolezza, anche tra gli sportivi, dell’importanza della salute mentale. L’ammettere davanti al mondo intero, davanti a miliardi di persone che fanno il tifo per te che sei solo una persona come gli altri, non sei Superman, e come gli altri hai bisogno di sostegno e aiuto, ha aperto la porta verso un nuovo mondo, nuove consapevolezze.

Anche nel mondo dello sport nessuno è immune dai problemi, e oltre ad un allenatore e preparatore fisico è importante la presenza di un preparatore mentale, che ti aiuti a sopportare le tensioni del mondo sportivo.

Dobbiamo però far attenzione a non confondere i vari ruoli che un professionista può assumere in questo ambiente, in quanto questa nuova opportunità di lavoro e l’immane successo da essa scaturita può portare le persone ad affidarsi a professionisti che non hanno le qualifiche adatte.

psicologo dello sport

In particolare, un Mental Coach è un professionista di qualsiasi settore, che dopo un corso sul Mental Coaching, ottiene la qualifica di Mental Coach. Chiunque infatti può diventarlo, grazie alla Norma UNI 11601-2015. Egli guida l’atleta a prendere coscienza di sé, superare i propri limiti e attivare e sviluppare le proprie potenzialità.

Sarebbe utile che ogni professionista che lavora con la persona, sia esso un allenatore, preparatore fisico, fisioterapista, massaggiatore o anche chi si occupa delle questioni burocratiche che riguardano lo sportivo, avesse delle conoscenze sulle funzionalità della mente e sapesse come sviluppare le potenzialità del soggetto in questione, incoraggiandolo e non avvilendolo. 

Il Mental Trainer di contro è uno Psicologo, laureato in psicologia ed iscritto all’albo degli psicologi, che ha conseguito un titolo di Psicologo dello Sport. In quanto psicologo deve rispettare le regole dell’Ordine degli Psicologi e può lavorare con la persona più in profondità, non soffermandosi allo sviluppo delle potenzialità, ma può portare l’atleta ad avere una piena conoscenza del proprio sé, in modo tale che possa poi diventare autonomo e possa arrivare a conoscere sia le proprie potenzialità che i propri limiti.

Entrando nell’ambito della psicologia va tenuta in considerazione anche la differenza tra psicologo e psicoterapeuta. Infatti, un Mental trainer che non ha ancora concluso il percorso per diventare psicoterapeuta, non può “curare” il paziente da eventuali disturbi, ma deve solo soffermarsi alla diagnosi, al sostegno e alla riabilitazione dell’eventuale disturbo emerso, senza entrare in profondità.

È dunque opportuno che la differenza tra i vari operatori divenga essenziale, in quanto anche la persona che vuole affidarsi a un percorso di preparazione mentale deve sapere a cosa va incontro a seconda del professionista che viene scelto. Facendo un sunto, il Mental Coach può aiutarti a sviluppare le tue potenzialità, in aggiunta a questo il Mental Trainer può portarti ad una piena conoscenza del tuo io interiore, così da renderti capace di essere consapevole di ogni tuo limite e potenzialità, mentre il Mental Trainer con formazione in psicoterapia può curarti da un eventuale disturbo mentale che hai sviluppato. 

Quando lavoriamo con le persone è opportuno rispettare i limiti che la nostra professione ci impone, in modo tale da essere il più utile possibile ai nostri pazienti. Capire dove possiamo e soprattutto dove non possiamo arrivare è essenziale in ogni professione. 

 

Dott.ssa Angelica Mencarini

 

 

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Claudia Carraresi (IPSICO) – Differenza tra psicologo, psichiatra e psicoterapeuta 

Andrea Martinetti – Mental coach o psicologo dello sport? 

Sport Educated – 5 Differenze tra Psicologo e Mental Coach