Il Massacro del Circeo

È il pomeriggio del 29 Settembre 1975, due ragazze, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti hanno un appuntamento con due giovani della Roma bene, Gianni Guido e Angelo Izzo, due ragazzi che sembrano educati e simpatici, conosciuti al Bar della Torre Fungo dell’Eur di Roma, tramite un amico in comune.

Le ragazze vengono invitate in una villa al Circeo, di proprietà di un amico dei due, Andrea Ghira, per trascorrere una serata insieme e divertirsi.

Il gruppo composto da Guido, Izzo, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti arriva intorno alle 18 a Villa Moresca. Le due ragazze non conoscono ancora Andrea Ghira: il programma della serata era proprio quello di passare dalla villa per prendere lui e recarsi a Lavinio, a sud di Roma, per una festa al mare.

Giunti alla villa il gruppo inizia a chiacchierare ed ascoltare musica, questo per qualche ora, poi i ragazzi iniziano a tentare qualche approccio sessuale, subito respinto dalle ragazze.

I ragazzi a questo punto iniziano ad innervosirsi e uno di loro tira fuori una pistola minacciandole e dicendo che loro appartengono ad un clan “Il clan dei marsigliesi dal racconto della stessa Donatella.

Da quel momento ha inizio l’incubo per le due ragazze, vengono violentate, seviziate e torturate per tutta la notte e durante il giorno successivo.

Andrea Ghira si aggiunge agli altri due durante la serata; Guido a un certo punto della serata si assenta per andare a Roma a cena con la famiglia e poi rientra per proseguire con le sevizie delle due giovani donne.

Durante la notte, Donatella e Rosaria vengono drogate, le brutali violenze continuano e Rosaria a un certo punto viene trascinata in bagno al piano superiore, la violenza si fa sempre più spietata e la ragazza viene annegata nella vasca da bagno.

Una volta uccisa Rosaria, i tre provano ad uccidere anche Donatella, strangolandola con una cintura, lei riesce a scappare trovando un telefono e provando a chiamare qualcuno per chiedere aiuto ma viene subito scoperta e colpita in testa con una spranga di ferro. A quel punto finge di essere morta per sopravvivere.

Il cadavere di Rosaria e il corpo ancora in vita di Donatella vengono avvolti in sacchi di plastica neri e chiusi nel portabagagli di una Fiat 127. 

Durante il percorso dalla villa a Roma, Donatella riporta di sentire dal portabagagli i tre che ascoltano musica e ridendo fanno battute macabre del tipo “Come dormono bene queste due”, “Zitti che a bordo ci sono due morte”.

È la sera del 30 Settembre quando i ragazzi arrivano a Roma con la loro 127, si fermano in un locale per cena e lasciano la propria auto in Viale Pola.

Una volta scesi i ragazzi dall’auto, Donatella inizia ad urlare a squarciagola per chiedere aiuto ed uscire da quelle che sono state per lei e Rosaria 36 ore da incubo.

Un metronotte sente le urla e chiama i Carabinieri, sul posto si reca anche un reporter che scatterà poi la famosa foto di Donatella, simbolo del massacro.

Alle 22.50 del 30 Settembre Guido e Izzo vengono arrestati, Ghira riesce a scappare, non sarà mai catturato.

I protagonisti

Le vittime

Donatella Colasanti: 17 anni, studentessa, proveniente da una modesta famiglia del quartiere romano della Montagnola, amica di Rosaria Lopez, è la ragazza sopravvissuta alle violenze.

Dopo aver partecipato al processo, costituendosi parte civile, sostenuta dall’avvocatessa Tina Lagostena Bassi, ed assistito alla condanna dei suoi carcerieri, ha combattuto per i diritti delle donne e per il riconoscimento dello stupro come reato contro la persona e non contro la morale.

La donna è morta a 47 anni per un cancro al seno. 

Rosaria Lopez: 19 anni, barista, ex collegiale, è l’ultima di otto figli di una coppia trasferitasi da Palermo a Roma, il suo sogno era quello di lavorare nel mondo dei fotoromanzi, proviene anche lei dal quartiere della Montagnola. 

I carnefici

Giovanni “Gianni” Guido: 19 anni, studente di architettura, proveniente da una famiglia agiata, era l’unico incensurato dei tre.

Andrea Ghira: 22 anni. Figlio di Aldo Ghira, noto imprenditore edile e campione olimpico di pallanuoto. Villa Moresca, il luogo dove è avvenuto il Massacro del Circeo, era di proprietà della sua famiglia. Mentre frequentava il Liceo classico statale Giulio Cesare, si era legato ad ambienti di estrema destra e aveva fondato un gruppo che credeva che il crimine fosse l’unico mezzo di affermazione sociale. Già nel 1972 era stato denunciato per minaccia a mano armata e lesioni aggravate, l’anno dopo compie una rapina aggravata e violazione di domicilio insieme ad Angelo Izzo, e per questo viene arrestato e condannato a cinque anni. A seguito del Massacro avvenuto nel 1975 venne condannato all’ergastolo, da quel momento risulta latitante. Muore poi il 2 settembre 1994, a Melilla in Marocco. Sulla sua morte si sono espresse dubbiose sia la sorella di Rosaria Lopez che Donatella Colasanti, ma entrambi i test del DNA effettuati sulla salma confermano l’identità di Ghira.

Angelo Izzo: 20 anni, anche lui proveniente da una famiglia agiata, il padre era un costruttore e la madre, laureata in lettere, si occupava della famiglia. Viveva a Trieste-Salario, quartiere medio-alto della borghesia romana, confinante con i Parioli. [Per esaminare la personalità di Izzo in modo più approfondito vi rimando alla lettura di un altro approfondimento che uscirà a breve]

Il Contesto Storico

Siamo nel 1975, a Roma. Nel pieno degli “Anni di Piombo”, un periodo buio della storia italiana, ricordato con questo nome a causa delle armi di piombo utilizzate dai criminali per colpire carabinieri, poliziotti, dirigenti d’azienda, magistrati, giornalisti, politici e sindacalisti. Nel 1945 era finalmente finita la Seconda guerra mondiale, che ha portato dietro di sé enormi strascichi economici psicologici e sociali. Il Boom economico successivo a questo periodo di disperazione scuote gli italiani, dando nuove speranze, ma non tutti possono permettersi il lusso. Nascono così i movimenti studenteschi e le battaglie degli operai, che lottano per i propri diritti. Il clima politico, la lotta tra partito comunista e neofascisti inaspriscono il clima generale. Essendo il partito comunista troppo vicino al modello dell’Urss i neofascisti portano avanti una campagna di violenza che sfocia nell’esplosione di una bomba alla stazione di Bologna, il 2 agosto 1980. L’escalation di violenza continua e si fa sempre più ardua, in particolare nelle città più grandi, come Roma, capitale d’Italia

Nella Roma bene, quella dei Parioli e dei quartieri circostanti i figli di grandi imprenditori, cosiddetti “figli di papà”, facevano le prime esperienze sessuali nei circoli politici, affermavano la loro parte sociale e politica attraverso azioni di violenza come stupri e pestaggi. Circondati da un’ideologia che premiava la supremazia dei ricchi, a cui tutto era concesso, da una lotta costante contro gli avversari, una violenza incessante verso i più deboli travestita da lotta politica, tre ragazzi appartenenti a questo mondo compiono un gesto terribile.

Sembra essere infatti tutto normale, i “bravi ragazzi, con i soldi non hanno bisogno della legge, non hanno bisogno di niente, possono stuprare e uccidere ragazze solo per il piacere di farlo e per sentirsi superiori, per poi tornare a casa a mangiare per cena insieme alla famiglia. 

Non è nostro compito entrare nella personalità psicopatologica di questi ragazzi, in quanto questo approfondimento è volto a far comprendere in che momento e come può essere accaduto un fatto tanto spregevole.

Quanto agisce l’ambiente sullo sviluppo di personalità di un criminale?

Gli studi riguardanti l’epigenetica, branca della genetica che si occupa di studiare le modificazioni ereditabili che portano a variazioni dell’espressione genica senza alterare la sequenza del DNA, si sono concentrati sull’analizzare come l’interazione tra il gene (e quindi l’ereditarietà) di un soggetto e l’ambiente in cui egli vive può modificare lo sviluppo del cervello, l’apprendimento e il comportamento. 

Questo spiegherebbe per quale motivo, alcune persone nate in un ambiente disagevole riescono ad avere una vita soddisfacente (individui resilienti), mentre altre non riescono a sradicarsi (individui vulnerabili).

Non è quindi solamente la personalità, il corredo genetico e i vari disturbi psicologici che concorrono a formare una personalità criminale, ma anche l’ambiente in cui cresce e vive.

Izzo, Ghira e Guido sono cresciuti in un momento storico particolare e si sono fatti trasportare dalle ideologie presenti nella società in cui vivevano. Questo, in aggiunta a caratteristiche proprie della loro personalità, a concorso a creare tre individui completamenti apatici, tre “mostri”, che hanno compiuto uno degli atti più terribili della cronaca nera italiana, come se fosse la cosa più normale del mondo. 

Nel 2021 è uscito il film “La Scuola Cattolica, diretto da Stefano Mordini, che basandosi sull’omonimo romanzo di Edoardo Albinati, cerca di raccontare gli eventi avvenuti la notte tra il 29 e il 20 settembre 1975 a Villa Moresca, e l’educazione che i tre ragazzi ricevevano sia a scuola, sia dalle loro famiglie

Per l’analisi psicologica di Angelo Izzo, e per ulteriori approfondimenti sull’argomento vi consigliamo di rimanere aggiornati sulle pubblicazioni del nostro sito web.

Dott.ssa Rossella Borneo e  Dott.ssa Angelica Mencarini

  

Fonti: