I Corpi di Lewy furono scoperti nel 1912 da Foster e Lewy che stavano studiando i pazienti affetti da Morbo di Parkinson e sono descritti come degli accumuli, aggregati proteinici presenti nel citoplasma di neuroni corticali con forma sferica.
La demenza a Corpi di Lewy è considerata attualmente la seconda forma più comune di disturbo neurodegenerativo dopo la Demenza di Alzheimer e presenta una diagnosi differenziale assai insidiosa, soprattutto nei primi stadi della malattia, in quanto manifesta una sintomatologia simile ad altre patologie neurologiche e psichiatriche come, appunto, il Parkinson e l’Alzheimer.
Inizialmente, la morte del celebre attore Robin Williams avvenuta mediante suicidio fu deputata alla depressione e all’assunzione di alcol e farmaci per cui tra l’altro era in cura. In realtà l’autopsia rivelò l’assenza di tali sostanze nel corpo e solo successivamente fu dichiarato che l’attore aveva da poco scoperto di soffrire della demenza a Corpi di Lewy. Successivamente la moglie, Susan Schneider, dichiarò che il marito aveva attraversato un periodo buio prima della morte, non riusciva ad accettare quel brutto male e che dà lì a circa 3 anni sarebbe comunque morto, a detta dei medici, a causa del deterioramento cognitivo globale, cronico e irreversibile che la stessa patologia causa. “Non lo condanno nemmeno un po’”, dichiarò Susan, “Era l’uomo più coraggioso che abbia mai conosciuto”.
Demenza a Corpi di Lewy, morbo di Parkinson e malattia di Alzheimer si sovrappongono considerevolmente in quanto gli aggregati proteinici, i Corpi di Lewy, risultano essere un denominatore a comune a tutte le patologie sopra citate. Per questo motivo un’attenta analisi differenziale primaria è fondamentale. Ad oggi, ad ogni modo, sono necessari ulteriori studi e ricerche per approfondire la reale relazione presente.
Fu difficile diagnosticare in prima analisi la demenza a Corpi di Lewy in Robin Williams dato che tra i fattori di rischio della patologia è presente la depressione, da cui era affetto, fattor comune, tra l’altro, all’Alzheimer e al Parkinson, di cui probabilmente già soffriva. Ma vediamo nel dettaglio la sintomatologia di questa forma rara di demenza.
Il deterioramento cognitivo presente nella demenza a Corpi di Lewy è simile alle altre demenze, tuttavia si presenta spesso con deficit precoci ed evidenti riguardanti l’attenzione, la funzionalità esecutiva e le capacità visuo-percettive. La memoria tende a deteriorarsi in maniera evidente man mano che la malattia progredisce. Sebbene, come già affermato, ci sia una similarità tra questa forma di demenza e le altre nella sintomatologia, non tutti i sintomi esordiscono con le stesse tempistiche.
- Età di esordio tra i 50 e 85 anni;
- Sintomi extrapiramidali: comprendono rigidità, bradicinesia e instabilità nell’andatura. È comune l’osservazione di frequenti cadute. I tremori sono più tipici del Parkinson e non sempre nella demenza a Corpi di Lewy si manifestano;
- Fluttuazione delle funzioni cognitive: è una caratteristica tipica di questa forma di demenza. Alternanza di periodi in cui il paziente è attento, coerente e orientato e di periodi in cui è confuso e poco responsivo;
- Disturbi del linguaggio: confabulazione e riduzione della fluenza verbale. Presenti anche agnosia, prosopoagnosia e aprassia ideomotoria;
- Depressione, apatia e stato ansioso;
- Memoria: l’alterazione della memoria più che all’acquisizione in sé di nuove informazioni sembra essere collegata ad un deficit dell’attenzione;
- I pazienti talvolta fissano il vuoto per un luogo periodo;
- Abilità cognitive visuo-spaziali e visuo-costruttive:
- Allucinazioni: quelle visive sono più frequenti rispetto a quelle deputate ad altri organi di senso e spesso presentano un contenuto “pauroso”. I deliri possono verificarsi nel 50%-65% dei casi con contenuti bizzarri e complessi. Non confondere il delirio come sintomo, come nel caso della demenza, e il delirio come disturbo;
- Disfunzione del sistema autonomo: è frequente e si possono presentare sincopi inspiegabili;
- Problemi del sonno: molti pazienti presentano un disturbo del comportamento del sonno REM, ovvero quella fase del sonno caratterizzata da sogni vividi e paralisi fisiologica dei muscoli scheletrici, ovvero si sogna senza muoversi. Nella demenza, la fase REM è caratterizzata da interazione del soggetto nel sonno, in cui i pazienti possono essere agitati, con il rischio di provocare lesioni a sé o a chi gli sta accanto. Eccessiva sonnolenza diurna è una condizione comune;
Susan ricorda così gli ultimi giorni di vita di Robin: “aveva un’andatura lenta e trascinata. Odiava non riuscire a trovare le parole, quando conversava. A volte si bloccava in una posizione, incapace di muoversi: la cosa lo frustrava. Iniziava ad avere problemi di vista, non riusciva a valutare distanza e profondità. Era sempre confuso. Ho pensato: mio marito è ipocondriaco? Abbiamo indagato e provato qualsiasi cosa, ma non c’erano risposte”.
Avrebbe potuto il grande attore Robin Williams seguire una terapia e guarire da questa terribile malattia?
Gli studi riguardo la demenza da Corpi di Lewy non hanno ancora trovato un farmaco o una terapia efficaci per guarire i pazienti; tuttavia, si possono seguire delle terapie farmacologiche e non che sono in grado di ridurre i sintomi e far vivere al paziente una vita migliore.
Innanzitutto, si possono portare avanti varie terapie, come:
- Terapia di Supporto, che consiste nel realizzare un ambiente confortevole in cui far vivere il paziente in sicurezza;
- Inoltre, sarebbe opportuno far seguire al paziente una Fisioterapia, per migliorare l’equilibrio e il movimento, stimolare l’apparato cardiovascolare e rafforzare i muscoli, oltre a una maggiore Attività Fisica, in quanto è stato visto che questa può produrre dei miglioramenti anche nella demenza di Alzheimer. A tal proposito Bugg e head (2009) hanno visto come livelli più elevati di esercizio fisico erano correlati a un volume del lobo frontale superiore e un’atrofia del lobo temporale mediale minore (le persone dunque avevano una maggior capacità di pianificare ed eseguire i comportamenti acquisiti e intenzionali (funzione del lobo frontale) ed un minor deterioramento della memoria e del linguaggio, in quanto un’atrofia del lobo temporale mediale comporta queste problematiche;
- La Logopedia può aiutare al miglioramento della comunicazione e del linguaggio;
- Psicoterapia individuale, familiare, di gruppo e Gruppi di Supporto, possono aiutare il paziente ad un’accettazione del problema oltre a fargli capire che non è solo e nessuno lo giudica per i suoi problemi. In aggiunta a queste possono venir intraprese altre forme di terapia, come l’aromaterapia, la balneoterapia, i massaggi, la terapia musicale e pittorica, che hanno lo scopo di aiutare a mantenere una buona qualità della vita e accettare i cambiamenti dovuti dalla malattia.
In aggiunta a queste terapie, sono indicati alcuni farmaci, che possono lenire determinati sintomi. Vengono infatti consigliati:
- Inibitori dell’Acetilcolinesterasi (come Rivastigmina e Donepezil), che riescono a migliorare la performance cognitiva, riducendo la progressione del disturbo. In particolare, il Donazepil riesce a controllare alcuni disturbi comportamentali come agitazione e aggressività, allucinazioni, deliri, apatia.
- Levodopa o dopaminoagonisti, i farmaci di elezione per il Morbo di Parkinson, usati per trattare i sintomi motori extrapiramidali sono meno efficaci nei soggetti con demenza da corpi di Lewy, e per questo il loro uso deve eseguire una certa posologia: il dosaggio deve essere il minore possibile e seguire una graduale abituazione al farmaco prima di raggiungere la dose terapeutica, facendo attenzione all’eventuale esacerbazione di disturbi comportamentali, in particolare le allucinazioni visive.
- Possono anche essere usati gli Antipsicotici, anche se il loro uso è sconsigliato in quanto i soggetti con questo tipo di demenza sono molto sensibili a questi. Bisogna quindi avere cautela nella loro somministrazione, ed evitarla a meno che non si possa fare altro. Se si verifica questa condizione è preferibile usare l’Olanzapina, a bassi dosaggi e seguire una lenta e graduale abituazione.
L’esame tossicologico eseguito durante l’autopsia di Robin Williams, come esposto in precedenza, non ha evidenziato la presenza di alcool, ma di antidepressivi, caffeina e di un farmaco utilizzato per il trattamento del morbo di Parkinson, che usava come cura per la sua patologia.
Come abbiamo visto le terapie e i farmaci che possono avere un impiego contro questa patologia servono a diminuire i sintomi, non a farli scomparire. Purtroppo, il trattamento di questi morbi non è ancora chiaro, in particolare per la demenza a corpi di Lewy, in quanto più recente rispetto al morbo di Parkinson e la malattia di Alzheimer, oltre che più difficile da identificare.
La scienza continua, comunque, a trovare nuovi metodi per curare tali disturbi; recentemente è stato infatti approvato il primo farmaco per il trattamento dell’Alzheimer: Aducanumab. Dobbiamo continuare a sperare e credere nei professionisti del settore affinché si possa finalmente debellare questo male e dare ai malati e i loro familiari il sollievo di non dover più affrontare tale situazione, ritenuta terrificante soprattutto a livello psicologico.
Robin Williams non è un codardo che si è suicidato alle prime difficoltà.
Robin Williams è una persona che non voleva, a nostro parere, essere ricordato come affetto da una malattia degenerativa. È l’uomo che ci ha fatto ridere e sognare, al quale ci siamo affezionati e che non ha voluto dare al mondo intero il dispiacere di vederlo piano piano scomparire in un oblio.
Robin Williams è un eroe, che nonostante si sia fatto “vincere” dalla malattia, ha combattuto per rimanere sorridente e rendere il mondo colorato ancora per un po’, come ha dichiarato sua figlia Zelda Williams alla sua morte: “in sua assenza il mondo sarà per sempre un po’ più triste, meno colorato e meno pieno di risate”.
Nonostante, comunque, il destino che l’attore ha scelto per sé, riteniamo importante comunicare alle persone che non devono per forza lasciarsi andare, ma combattere e avere fiducia nella scienza che forse, speriamo il prima possibile, riuscirà a trovare soluzioni veramente efficaci per queste demenze.
Dottoressa Valentina Gargiulo e DottoressaAngelica Mencarini
Fonti Bibliografiche:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/08/10/tutto-il-suo-cervello-era-stato-attaccato-da-una-malattia-mortale-era-disintegrato-la-vedova-di-robin-williams-rompe-il-silenzio/5895768/
Demenza a Corpi di Lewy: patogenesi, caratteristiche, diagnosi e terapia (stateofmind.it)
https://novilunio.net/un-approfondimento-sulla-demenza-corpi-lewy/
Bugg JM, Head DH. Exercise moderates age-related atrophy of the medial temporal lobe. Neurobiology of Aging. 2009 doi: 10.1016/j.neurobiolaging.2009.03.008
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