La gravidanza è uno degli avvenimenti più importanti nella vita di una donna e della coppia nella quale essa vive, poiché porta con sé cambiamenti fisici ma soprattutto psicologici. I repentini mutamenti che si hanno fin dall’inizio del concepimento mettono a dura prova la relazione con se stesse e la relazione con il partner, portando a dover modificare, anche fisicamente, gli spazi del quotidiano.
Il calo del desiderio e la conseguente assenza di rapporti sessuali sono determinati da più variabili, fisiologiche in primis e successivamente psicologiche, e in molti casi portano la coppia a perdersi in funzione totale del futuro bambino.
Fisiologia della gravidanza e libido
La gravidanza implica profonde modificazioni psicofisiologiche che richiedono un nuovo adattamento e l’insieme dei processi fisiologici endocrini coinvolti nella fecondazione è composto da elementi in continua interazione. Clinicamente, si è notata una diminuzione del desiderio sessuale durante il primo trimestre. Essa è data sia da uno stato fisico tipico, caratterizzato da nausea, sonnolenza, astenia, sia della paura di provocare danni all’embrione durante il coito. Inoltre, poiché la vasocongestione pelvica è ancora ridotta, la libido della donna risulta compromessa, in alcuni casi, anche lì dove vi è la volontà di provare ad avere un rapporto penetrativo.
La situazione va migliorando durante il secondo trimestre, in cui le condizioni anatomo-fisiologiche sono più propizie. Il terzo trimestre è collegato con svariati disturbi fisici (plenitudine addominale, dolori lombari, fatica, ecc.) che ben si sposano con un sempre più assente desiderio sessuale.
Dopo il parto, con l’arrivo in casa del bambino, si ha una sessualità molto ridotta ancora al terzo mese successivo al rientro. Ciò è dovuto alla fatica, ad una dispareunia, ai ritmi di vita che sono effettivamente cambiati in funzione dei bisogni del piccolo. Durante l’allattamento, a causa della iperproduzione di prolattina, l’assetto ormonale della donna influenza e non favorisce il desiderio e l’attività sessuale.
Gli organi genitali dopo il parto devono ritrovare la loro funzione migliore, cosa che avviene solitamente in tempi brevi, ma ciò non toglie che possano esserci variazioni da donna a donna, sia in merito all’aspetto fisiologico che psicologico.
Ad esempio, uno dei disturbi più ricorrenti è la secchezza vaginale, più accentuata nelle donne che allattano. Sono frequenti variazioni nell’orgasmo che potrebbe non comparire subito o con le stesse manifestazioni del pre concepimento.
È importante, quindi, che la donna dia tempo a se stessa e al suo corpo di riprendere il suo corretto funzionamento, anche se questo non dovesse essere lo stesso di prima della gravidanza. Il corpo e la mente si adattano alle nuove situazioni ed è giusto ed importante che si impari a conoscersi ad ogni nuovo cambiamento. Inoltre, c’è da dire che nel puerperio non è esclusa la possibilità di ovulazione e quindi di restare nuovamente incinte. Ciò avviene anche se la donna non ha ancora avuto le prime mestruazioni ed anche se sta allattando. Essendo il parto un avvenimento rilevante, può essere comprensibile che, la possibilità di restare nuovamente incinta possa portare alla donna non poche ansie e preoccupazioni, tanto da evitare il rapporto sessuale.
Qual è il blocco psicologico?
Una delle manifestazioni più evidenti della gravidanza e il cambiamento fisico della donna. Di conseguenza, l’interesse sessuale può essere influenzato da cambi d’umore repentini e frequenti, la donna si sente meno desiderabile e attraente a causa dell’aumento di peso e non sorprende che spesso ci siano disturbi come ansia, depressione, ipocondria, o somatizzazioni. Da qui ne scaturisce la sua insicurezza che si riversa inevitabilmente sul rapporto di coppia. Spesso, però, l’istinto genitoriale (che appartiene non solo alla mamma, ma anche al papà) entra in conflitto con la vita sociale e talvolta di coppia, portando a rinunciare ed evitare il rapporto sessuale completo per tutto il periodo gestazionale e per il successivo puerperio.
Da un punto di vista anatomico, invece, è impattante sul desiderio sessuale di entrambi i partner, la struttura stessa della donna. A disinibire i partner, può essere il pensiero che con la penetrazione si possa andare a toccare il feto. Inoltre, la paura di ledere il bambino è tale da evitare qualsiasi tipo di contatto fisico. È molto diffusa l’idea che i movimenti fetali possano essere un chiaro segno di fastidio che il feto prova nel momento del rapporto, o che con la penetrazione si possa schiacciare il bambino: è ben protetto dal liquido amniotico e dalle membrane che lo avvolgono!
Ma avere rapporti in gravidanza è davvero pericoloso?
Assolutamente no!
Fare sesso durante la gravidanza, oltre a far bene all’equilibrio della coppia, ha anche la funzione di preparare la muscolatura pelvica per il parto.
Da fare attenzione solo se ci sono complicazioni alla base della gravidanza.
Ad esempio, in caso di minaccia d’aborto o di parto prematuro, ipercontrattilità uterina in trattamento con farmaci volti a rilassare la parete uterina stessa, placenta “pervia”, dilatazione del collo dell’utero prematura rispetto alla data del parto, infezioni vaginali e/o delle membrane amniotiche. Le contrazioni indotte dall’orgasmo potrebbero favorire un aborto spontaneo precoce o, in rari casi, una rottura delle membrane.
È importante ricordare che l’intimità fra i partner, infatti, può rafforzare il rapporto e favorire il clima giusto per affrontare la nuova vita insieme.
Dott.ssa Lucia Sportelli
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