Fenomeno del DOPING e controindicazioni

Molto spesso sentiamo parlare di utilizzo del Doping nelle Performance Sportive. Il Doping consiste nell’uso di una sostanza, di una droga o di una pratica medica a scopi non terapeutici, ma per migliorare l’efficienza psico-fisica durante una prestazione sportiva.

La storia del Doping trae la sua origine dagli albori dello Sport, infatti nell’antica Grecia, per prepararsi alle Olimpiadi, gli atleti ricorrevano ad infusi a base di erbe o funghi per incrementare la performance sportiva; in particolare venivano consumati i Semi di Sesamo.

Negli anni Cinquanta del Novecento si ha l’introduzione degli steroidi anabolizzanti sul mercato, responsabile della morte del ciclista danese Kurt Jensen durante l’Olimpiade del 1960. A provocarne il decesso fu una miscela di acido nicotinico e anfetamine, ingerita poco prima della competizione più importante della sua vita. L’episodio è considerato il primo decesso per doping in sede olimpica e divenne anche la scintilla che fece esplodere la crescente emergenza riguardo l’assunzione di sostanze potenzialmente mortali da parte degli sportivi.

Da quel momento sono stati portati avanti molti studi che ambiscono a stabilire una correlazione tra l’uso di sostanze dopanti e vari problemi di natura sia fisica che psicologica.

 

Ma quali sono le Sostanze considerate Dopanti?

Annualmente l’AMA (agenzia mondiale antidoping), in inglese WADA (World Anti-Doping Agency) pubblica una lista sempre aggiornata delle sostanze dopanti e vietate nelle competizioni sportivi. Della suddetta fanno parte:

  • Agenti anabolizzanti
  • Ormoni Peptidici, fattori di crescita, sostanze correlate e mimetiche
  • Beta-2-agonisti
  • Modulatori ormonali e metabolici
  • Diuretici e agenti mascheranti
  • Manipolazione del sangue e dei componenti del sangue
  • Manipolazione fisica e chimica
  • Doping genetico e cellulare
  • Stimolanti
  • Narcotici
  • Cannabinoidi
  • Glucocorticoidi
  • Betabloccanti
  • Sostanze d’abuso (cocaina, morfina (eroina), metilenediossi-metanfetamina (MDMA) e tetraidrocannabinolo (THC)

Nella pratica sportiva queste sostanze possono implementare il rendimento.                                    Ad esempio, gli ormoni steroidei provocano ipertrofia muscolare e riduzione delle masse adipose, aumentano la forza e la capacità di recupero dallo sforzo; le anfetamine e gli altri stimolanti del sistema nervoso centrale (come cocaina, efedrina e metilefedrina) migliorano la prontezza di riflessi e la concentrazione. Queste sostanze inoltre provocano l’alterazione dei parametri ematochimici, in particolare l’aumento dell’ematocrito, che ha come risultato l’incremento dell’apporto di ossigeno ai tessuti, traducendosi in una maggiore resistenza allo sforzo.                                                                                                                                    

Un’altra sostanza endocrina molto utilizzata è l’ormone GH (ormone della crescita), che stimola l’aumento della massa corporea e ha un’azione anabolizzante; in quanto troppo costoso e difficilmente acquistabile allo stato puro, viene sostituito dall’ IGF-1 (Insulin-like Growth Factor), un Peptide che stimola l’anabolismo.

Abbiamo visto quali sono gli effetti che possono essere considerati come positivi nell’utilizzo di queste sostanze, ma quali sono le conseguenze negative a livello fisico e psicologico?

A livello fisico queste, nel lungo periodo, possono provocare

  • una perdita delle proprietà meccaniche ed elastiche dei tendini, con facilità di rottura
  • aumento della facilità alla formazione di trombi, rischio di infarto, complicazioni cardiovascolari
  • ipertensione
  • aritmie cardiache
  • crisi convulsive
  • vomito
  • dolore addominale
  • emorragie cerebrali
  • psicosi
  • dipendenza
  • morte

Inoltre, è fondamentale tenere sempre in considerazione il lato psicologico.

Il Disturbo da Uso di Sostanze è una categoria del DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), e si riferisce all’uso eccessivo di alcune sostanze, a tal punto da provocare una menomazione o disagio clinicamente significativo.

Una delle conseguenze più riconoscibili dovute all’abuso di queste sostanze è inibizione della capacità di controllo del singolo. Le persone che abusano di stimolanti soffrono di alterazioni nella regolazione del sonno, coincidenti solitamente in una deprivazione che diminuisce le capacità di svolgere lucidamente le proprie attività durante le ore di veglia. L’esacerbazione di un atteggiamento aggressivo e ostile è un altro sintomo molto frequente. Infatti, chi fa uso di sostanze mostra un’iperattività del sistema autonomo nei confronti dello stress e delle novità e mostra anche problemi relativi alla regolazione del proprio comportamento.

Il Disturbo da uso di Sostanze si trova difatti spesso in comorbilità con il disturbo di personalità antisociale.

Esistono varie modalità con cui un comportamento aggressivo si manifesta, e il DSM-5 raggruppa le differenti manifestazioni nei “Disturbi dirompenti del controllo degli impulsi e della condotta”, di cui fanno parte:

  • Disturbo Oppositivo Provocatorio
  • Disturbo della Condotta
  • Disturbo Esplosivo Intermittente
  • Disturbo Antisociale di Personalità

Oltre ai disturbi fisici derivanti dall’uso di sostanze e al loro divieto di utilizzo, i problemi psicologici che ne derivano risultano avere la stessa importanza.                                                                                                           

È esemplare il caso di Benno Neumair, che ha ucciso e occultato i cadaveri dei propri genitori gettandoli nel fiume. Il ragazzo infatti faceva uso di sostanze dopanti che, pur non essendo la causa primaria del comportamento omicida, possono aver contribuito alla sua esacerbazione, aumentando l’aggressività, oltre alla forza fisica del ragazzo.

È dunque essenziale prestare attenzione all’utilizzo di queste sostanze ed evitarne l’uso. In questo gioca un ruolo chiave all’interno della nostra società l’esaltazione e la propaganda di modelli “naturali” che, grazie unicamente all’allenamento e ai propri sforzi, riescono ad ottenere eccellenti risultati sia in gara, che nella vita quotidiana, anche senza intossicare il proprio corpo con sostanze dopanti. I social network diventano quindi uno strumento sicuramente di indubbia importanza nel pubblicizzare e diffondere il messaggio che la strada per divenire campioni la si conquista con pazienza, impegno e forza di volontà, non con scorciatoie esterne che distruggono irrimediabilmente la straordinaria macchina del corpo umano e lo spirito sportivo di aggregazione, confronto e sano agonismo.

Dott.ssa Angelica Mencarini

SITOGRAFIA

https://www.ilsuperuovo.it/i-comportamenti-aggressivi-secondo-il-dsm-5-come-li-riconosciamo/

https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/doping-sostanze-dopanti.html

https://www.treccani.it/enciclopedia/doping_

https://www.antidoping.ch/it/legge/lista-del-doping

BIBLIOGRAFIA

Castonguay, L.G., Oltmanns, T.F. (2013). Psychopathology. From Science to Clinical Practice. New York: The Guilford Press