Minori e TikTok: di chi è la responsabilità?

Al giorno d’oggi, sono diverse le preoccupazioni relative alla tutela dei minori su TikTok, il fenomeno social del momento, l’app più scaricata al mondo nel primo trimestre del 2018, nonché l’applicazione che permette ai suoi utenti di creare e guardare video dai 15 ai 60 secondi raggiungendo milioni di seguaci e di visualizzazioni.

A partire dal 9 febbraio, TikTok ha bloccato tutti gli utenti italiani e ha chiesto loro di indicare nuovamente la data di nascita per continuare ad utilizzare l’app, rimuovendo qualsiasi utente al di sotto dei 13 anni, età minima richiesta dal social, non sempre rispettata.

Infatti, con l’inizio della pandemia, utenti giovanissimi hanno scaricato ed utilizzato l’app come passatempo, impegnandosi, talvolta, in attività autolesionistiche e pericolose, circostanza che ha costretto il Garante della Privacy a bloccare d’urgenza il trattamento dei dati.

Il fenomeno TikTok ha, ormai, preso il sopravvento, soprattutto tra i più piccoli, inevitabilmente esposti alle mire di gente malintenzionata e predatori.

I rapporti delle società benefiche che si occupano di giovani e bambini, tra cui la britannica Bernardo’s, evidenziano che numerosi minori di soli otto anni hanno ricevuto messaggi sessualmente espliciti tramite TikTok, episodi che hanno comportato il divieto della piattaforma in alcuni paesi, come il Bangladesh, l’India e l’Indonesia.

Non solo: la possibilità di raggiungere milioni di visualizzazioni con relativa semplicità rende TikTok un terreno fertile per il proliferare del bullismo online, il c.d. cyberbullismo.

A titolo meramente esemplificativo, vi riporto il caso di una ragazza di undici anni che è stata vittima di cyber bullismo tramite TikTok da parte dei suoi compagni e che, nonostante l’accaduto, non è stata minimamente tutelata dalla scuola frequentata dalla medesima che non solo non si è interessata alla vicenda, ma non ha nemmeno adottato misure per risolvere il problema, reazione che consente di ritenere che anche gli istituti scolastici debbano sensibilizzare gli allievi sul tema.

Appare evidente come i minori utilizzino la predetta app per ingannare il tempo e sconfiggere la noia amplificata dalle misure restrittive in atto, scelta che, inevitabilmente degenera a causa della tenera età degli utenti i quali desiderano ricevere il maggior numero di like e fan.

Infatti, è proprio l’impostazione della piattaforma ad incentivare la possibilità di creare video, mettere like, commentare e condividerli, a favorire un ambiente popolare dove il minore si sente più forte, quasi perfetto, e, quindi, pronto ad accettare sfide sempre più complesse e, talvolta, pericolose.

Pertanto, stante il forte impulso ad imitare le azioni ed i comportamenti altrui, è necessario informare i minori affinchè siano consapevoli dei rischi e far sì che i medesimi possano utilizzare l’applicazione con la cautela necessaria e in sicurezza, previo controllo da parte dei genitori.

D’altronde è lo stesso codice civile a prevedere due tipi di responsabilità per i fatti illeciti commessi dai minori che abbiano la capacità di intendere e di volere, così come previsto dall’art. 2048 c.c.: la culpa in educando a carico dei genitori che non hanno impartito al figlio una adeguata educazione, ai sensi dell’art. 147 c.c., e la culpa in vigilando a carico dei genitori, degli insegnanti, dei precettori e dei maestri d’arte che sono liberati dalla responsabilità soltanto se provano di non aver potuto impedire il fatto.

Appare evidente come, nel caso di specie, gravi sui genitori non solo l’onere della dimostrazione di non aver potuto impedire il fatto e di avere, ma, anche, impartito una sana e adeguata educazione.

Parimenti, nel caso in cui l’evento dannoso si verifichi in orario e luogo scolastico, si é in presenza di una responsabilità degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, quali soggetti titolari del dovere di educare e controllare gli studenti, per culpa in educando e per culpa in vigilando aggravata poiché la presunzione di colpa può essere superata solo previa dimostrazione da parte dei medesimi di aver vigilato bene o del caso fortuito.

Alla luce di quanto considerato, preme sottolineare come TikTok, così come gli altri social media, debba essere utilizzato con la necessaria prudenza atta a sorvegliare e custodire i diritti e le libertà dei minori che, soprattutto sul web, sono spesso oggetto di minaccia e di pregiudizio.

Dott.ssa Cecilia Gerbotto