Differenza tra Counseling e Psicoterapia: facciamo chiarezza!

Vi sarete qualche volta imbattuti, per semplice curiosità o esperienza vissute in prima o in terza persona, in questi due concetti: counselling e psicoterapia. Essi condividono, senz’altro, aspetti comuni, per esempio l’obiettivo del raggiungimento del benessere mentale della persona/paziente, ma anche sostanziali differenze, come la metodologia nel perseguire tale obiettivo.

Spesso si tende a confondere o a equiparare le professioni di counselor e psicoterapeuta, suscitando polemiche e provocando ancor più confusione. È il momento di fare chiarezza. Entrambe le professioni, mirano al benessere e alla soddisfazione dell’individuo, che ha chiesto aiuto, durante un momento particolare della sua vita. Le differenze sostanziali tra queste due figure professionali stanno nella formazione, nella metodologia e gli obiettivi da raggiungere.

Secondo la British Association for Counseling la consulenza vera e propria avviene quando un professionista, appunto il consulente/counselor, decide di dedicare tempo e attenzione ad una problematica che viene presentata da uno o più soggetti; compito del consulente è quello di indicare ed esplorare insieme all’utente/cliente quali sono le potenziali risorse e soluzioni per risolvere la difficoltà attuale e presente, per riportarlo ad uno stato di equilibrio e benessere. Tale definizione pone l’accento sul qui e ora del problema, puntando lo sguardo verso un futuro migliore. La relazione tra counselor e cliente si basa sulla condivisione di obiettivi da raggiungere nel breve periodo, fissando spesso un numero preciso di appuntamenti a cui il cliente dovrà presentarsi. Inoltre, le aree di intervento del counseling sono differenti, quanto lo sono le richieste e le difficoltà riportate dai clienti: da quella filosofica fino a quella aziendale, oppure giuridica, artistica, sportivo, interculturale etc. 

La psicoterapia, invece, si concentra sulla ristrutturazione della personalità e del pensiero dell’individuo, il quale spesso e volentieri presenta varie disfunzioni, psicopatologie, problematiche relazionali e che, di conseguenza, meritano un’attenzione più approfondita e duratura nel tempo. La psicoterapia tende ad esplorare e a comprendere meglio il passato del paziente per ottenere maggior chiarezza e comprensione delle psicopatologie e dei sintomi derivanti da esso, per ottenere infine una diagnosi clinica e di cura. 

In Italia, la formazione per diventare psicoterapeuti è costituita da un percorso universitario di cinque anni in psicologia, (o sei anni in medicina), durante i quali vengono eseguiti vari tirocini pre-lauream, e uno post-lauream della durata di un anno. Dopo di ciò bisogna affrontare l’Esame di Stato per ottenere l’abilitazione per la professione di psicologo e iscrizione all’Ordine. Infine, bisognerà iscriversi in una scuola di psicoterapia riconosciuta dal MIUR, per una formazione della durata di quattro anni. La figura dello psicoterapeuta è, infine, normata secondo la legge 56/89. Per divenire counselor, invece, si possono seguire dei corsi privati all’interno di associazioni professionali riconosciute, della durata media di 2/3 anni, ma tale figura rientra ancora nelle professioni non organizzate, in quanto prive di un Ordine di riferimento e di una legge che la riconosca in quanto professione.

Ultimamente, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha dato battaglia per impedire la normazione della professione del counselling, a causa dei frequenti abusi nell’esercizio di pratiche e metodi che dovrebbero essere attuati dagli psicologi. L’Ordine più volte ha ribadito che il counseling è una pratica già insita nella formazione degli psicologi (si parla infatti di counselling psicologico) e, di conseguenza, l’uso da parte di oggetti che non hanno seguito e ottenuto tale formazione metterebbero in atto un abuso della professione.

C’è anche da dire, però, che il counselor è un professionista che all’estero è ampiamente riconosciuto, nel Regno Unito (come menzionato precedentemente la British Association for Counseling) e negli USA, con l’American Counseling Association, luoghi dove ha avuto origine questa figura professionale per poi diffondersi in Europa e quindi anche in Italia. È giusto che ci sia una regolamentazione della professione, poiché si è precisato come l’uso del counseling non è solo psicologico, ma spazia in vari campi conoscitivi e lavorativi. Come è giusto riconoscere che la consulenza psicologica è adatta a chi si è formato appositamente per eseguirla. Bisognerebbe cercare la via del dialogo e della collaborazione ed evitare inutili guerre tra professioni.

Dott. Simone Nastasi

BIBLIOGRAFIA

Biasi, V. (2019). Counselling universitario e orientamento. Milano: LED.

Giusti, E., & Spalletta, E. (2012). Psicoterapia e Counseling. Comunanze e differenze (Vol. 22). Sovera Edizioni.

SITOGRAFIA

https://www.aspicpsicologia.org/ricerca-scientifica/le-differenze-formative-tra-psicoterapia-e-counseling.html

https://www.psy.it/chiusi-i-processi-di-normazione-uni-per-il-riconoscimento-dei-counsellor-e-dei-coach.html?fbclid=IwAR0uE12i-LejTMcS-2_8Tje3SIzYnuUiT2V9pbjTfcE9Rbdr_JVxz-Y9kxo 

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