L’adolescenza e i comportamenti a rischio

La vita di ogni individuo è scandita da tappe fondamentali che rappresentano il percorso di crescita personale caratterizzato dall’interazione con gli altri (sia singoli individui che gruppi).

Il ciclo di vita è composto da 4 tappe: infanzia; adolescenza; età adulta; età anziana.  Una delle fasi da sempre considerate più critiche è l’adolescenza. Quest’ultima è la fase di transizione tra l’infanzia e l’età adulta; è caratterizzata da grandi ed importanti cambiamenti fisici, emotivi e mentali.  L’adolescente si trova ad affrontare sentimenti di vuoto ed incertezza legati alla perdita dell’immagine infantile a cui era abituato per avvicinarsi ad un’immagine di sé più adulta. 

Oltre al compito di riorganizzazione della propria identità, l’adolescente riorganizza e rinegozia il proprio ruolo sociale, creando un nuovo equilibrio tra bisogni interni ed aspettative esterne e, infine, deve far conciliare i diversi sistemi di valori e di regole a cui è esposto. Anche la famiglia si trova, di contro, a dover ridefinire, le relazioni e fissare nuove norme alla vita comune e il modo di comunicare oltre che affrontare i conflitti.

Il periodo adolescenziale è stato spiegato sotto diverse lenti: 

  • Modello biologico: l’adolescenza inizia con l’età puberale (comparsa delle mestruazioni nelle ragazze, inizio della produzione del seme nei maschi, cambiamenti fisici come l’ingrossamento del seno o il cambiamento del tono della voce, ecc.).
  • Teorie antropologiche: nelle culture orientali i riti di passaggio (prove di forza, di coraggio, ecc.) permettono all’individuo di segnare l’inizio e la fine del passaggio da uno status sociale all’altro. Nelle culture occidentali tali riti mancano. Secondo Scabini (1995) il marcatore del cronologico e sociale del compiere i 18 anni potrebbe essere considerato un evento rilevante per il passaggio dalla minore alla maggiore età.
  • Modello bio-psico-sociale: integra i fattori biologici, psicologici e sociali sostenendo che l’adolescenza è un fenomeno universale che si storicizza in funzione della relazione dei contesti sociali, culturali, economici e politici. 

È possibile, quindi, definire l’adolescenza come il periodo caratterizzato da cambiamenti e compiti di sviluppo finalizzati alla conquista dell’autonomia e le abilità del funzionamento adulto. 

Quali sono i rischi che corrono gli adolescenti?

L’adolescente, durante il suo sperimentarsi e ad affermarsi, può scegliere di utilizzare comportamenti più o meno rischiosi e pericolosi. Un adolescente, ad esempio, potrebbe impegnarsi nello studio per compiacere le aspettative e le richieste dei genitori mentre, un suo coetaneo, potrebbe utilizzare comportamenti pericolosi e ad alto rischio come uso di droghe e alcol, gioco d’azzardo e comportamenti sessuali. Tali comportamenti possono mettere, in modo diretto e indiretto, a rischio il benessere psicologico e sociale. Porgendo uno sguardo più attento all’uso di alcol e comportamenti sessuali è possibile affermare che:

  • l’uso di alcol: dati allarmanti emergono da una ricerca ESPAD (2007) in cui viene evidenziato come il 90% di ragazzi di età compresa tra i 15 e i 16 anni hanno fatto uso di alcol almeno una volta nella vita; si tratta di un dato allarmante in quanto è rimasto quasi invariato dal 1995. I ragazzi bevono una quantità di alcol maggiore rispetto alle ragazze, preferendo l’utilizzo di birra ai drink alcolici (preferiti invece dalle ragazze). L’alcol viene utilizzato maggiormente rispetto alle droghe in quanto si tratta di una sostanza legale e facilmente reperibile. Questo ha portato allo sviluppo di un fenomeno binge drinking ovvero l’abbuffata di alcolici in cui il soggetto fa uso della sostanza fino a sviluppare uno stato di ubriachezza. Per parlare di binge drinking devono essere presenti delle caratteristiche di tempo e quantità ovvero deve presentarsi una grande assunzione di alcol per produrre lo “sballo” in un lasso di tempo breve. Non bisogna confondere il binge drinking con il social drinking ovvero colui che usa bevande alcoliche prevalentemente per scopi conviviali.
  • Comportamenti sessuali: l’HBSC Study del 2001-2011 riporta che in media, nei paesi europei, il 28,1% dei ragazzi e il 20,2% delle ragazze a 15 anni di età hanno già avuto rapporti sessuali. Questo dato è allarmante in quanto fra i giovani adolescenti il rischio di problemi sessuali (come malattie) e di gravidanze indesiderate e precoci è in aumento. Una spiegazione di questi dati potrebbe essere ricollegata alle inadeguate ed erronee conoscenze che l’adolescente ha a disposizione sui comportamenti sessuali. Gli adulti di riferimento (genitori oppure insegnanti) sempre più raramente affrontano un’adeguata conversazione su una corretta attività sessuale. 

In conclusione il ruolo dei genitori e degli adulti significativi durante il periodo adolescenziale è fondamentale al fine di aiutare e supportare i ragazzi affinché vengano sensibilizzati riguardo le conseguenze dei comportamenti precedentemente esposti. 

Dott.ssa Martina D’Alba

BIBLIOGRAFIA

  • ESPAD (2007), “The 2007 ESPAD Report: Substance Use Among Student in 35 European Countriens”, testo disponibile al sito: http://www.espad.org/documents/Espad/ESPAD_reports/2007/The_2007_ESPAD_Report-FULL   _091006.pdf.
  • Hargreaves, D. S., & Viner, R. M. (2012). Children’s and young people’s experience of the National Health Service in England: a review of national surveys 2001–2011. Archives of Disease in Childhood97(7), 661-666.
  • Pace, U., & Guzzo, G. (2012). Le traiettorie disadattive in adolescenza.

Scabini, E. (1995). Psicologia sociale della famiglia. Torino: Bollati Boringhieri.

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