La coppia è uno dei sistemi psichici organizzati più difficile da comprendere. Anche all’interno di una terapia di coppia, lo specialista si trova a dover affrontare tre, ben distinte, unità: i due singoli individui, portatori di una propria identità, e la coppia, la somma dei due singoli.
Nel corso della sua storia, la coppia si trova a dover affrontare diverse fasi evolutive che, spesso, possono compromettere e modificare il suo equilibrio interno. Il modo in cui verranno superati tali cambiamenti, determinerà il destino della coppia.
COSA PUO’ PROVOCARE UNA CRISI?
Il termine “crisi”, ha la sua etimologia nella parola greca “krìnein”, che vuol dire “giudicare”, ovvero “mettersi in discussione, rivedere, ripensarsi”.
La “crisi” potrebbe essere il momento in cui la coppia si mette in discussione e ricerca una strada nuova che porti al futuro.
La crisi di coppia non arriva mai in seguito ad un unico evento traumatico o difficile da superare, generalmente è causata da una combinazione di fattori che si sono manifestati nel tempo. Spesso accade che una coppia non sappia nemmeno di essere in crisi fino al momento in cui non riesce a fare chiarezza sul malessere generale pervasivo. Questo accade poiché si mettono in atto strategie di evitamento e negazione delle varie problematiche che, al momento aiutano ad evitare di discutere dell’argomento, ma a lungo andare possono rappresentare un mattoncino in più nel muro della crisi.
I fattori di rischio di una crisi di coppia possono essere di tipo:
- strutturali: rientrano quelle coppie che raccontano che fin dai primi momenti della relazione si sono accorti delle loro problematicità nel costituirsi come coppia;
- evolutivi: evoluzione della coppia, eventi particolari come la nascita dei figli, che porta ad un nuovo processo di costruzione e rielaborazione affettiva;
- traumatici: si tratta di traumi più conclamati come morte di un figlio, malattie invalidanti dei figli o dei partner stessi. A volte la coppia può non avere i mezzi per superare questi eventi.
APPARTENENZA E SEPARAZIONE
Elementi importanti legati alla crisi di coppia sono il senso di appartenenza e il senso di separazione. Questa dicotomia tra individuo e relazione inizialmente risulta essere insignificante. Con lo sviluppo teorico e di ricerca è stato visto che questa contrapposizione può essere molto ridotta. Se prima l’individuo immaginava di poter crescere in maniera indipendente dall’ambiente, successivamente i modelli della mente si sono orientati verso l’intersoggettività tra individuo e ambiente, sviluppando i due processi appena citati.
Un individuo che abbia sviluppato un attaccamento sicuro nei confronti dell’altro riesce a percepirsi in modo sufficientemente separato dall’altro. In questo caso, il bilanciamento tra appartenenza e separazione risulta coerente.
Lì dove un individuo tende più verso uno dei due poli, rompe l’equilibrio che dovrebbe esserci nella sua intersoggettività. Avremo così un partner incline alla dipendenza affettiva per l’altro, e al sentirsi parte di una forma simbiotica.
Le crisi di coppia nascono proprio in difesa di questo senso di separatezza, che può portare al senso di abbandono e ansia da separazione, tipiche delle coppie in crisi.
QUALI SONO I PREDITTORI DELLE CRISI DI COPPIA?
John Gottman, professore di psicologia all’Università di Washington, per oltre quarant’anni ha condotto ricerche sulle coppie. Ciò che ha riscontrato è che il motivo per cui una coppia si separa è da ricercarsi nel modo in cui la coppia è stata in grado di reinventarsi nel tempo.
Gottman riconosce quattro fattori predittivi, denominati ““Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”:
- Critica: i partner si esprimono vicendevolmente critiche maggiormente di quanto si esprimono apprezzamenti. Le critiche finiscono sempre per riguardare l’altra persona nella sua personalità/essenza;
- Disprezzo: la tendenza a reagire col disprezzo e con l’intensa ostilità. Il disprezzo si manifesta con il tono della voce, la postura, lo sguardo, e i gesti, ma anche con il sarcasmo e il cinismo;
- Stare sulla difensiva: si cercano continuamente giustificazioni per i propri comportamenti o si cerca di dimostrare all’altro che non si merita il trattamento subito.
- Fare ostruzionismo: ovvero, chiudersi in sé e interrompere ogni comunicazione con l’altro. Atteggiamento comune tra gli uomini.
QUANDO E’ IL CASO DI ANDARE IN TERAPIA DI COPPIA?
La consapevolezza della disfunzionalità della relazione porta la coppia a cercare un aiuto esterno e solo in quel momento si rivolge a un professionista competente. È ovviamente necessario che entrambi i partner siano desiderosi di migliorare la situazione e creare un cambiamento per sé e per la coppia. Nel caso della terapia di coppia, il sessuologo, o lo psicoterapeuta, diventa colui che riesce a modificare l’assetto della coppia, poiché ne cambia inevitabilmente il meccanismo, dando delle regole da seguire. L’obiettivo della terapia non è il singolo individuo quanto più la coppia stessa e lo scopo dello specialista è quello di far sì che i due soggetti funzionino al fine di far funzionare la coppia. Per fare ciò è indispensabile un lavoro bilaterale.
Dott.ssa Lucia Sportelli
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