Identità di Genere e Orientamento Sessuale: facciamo chiarezza

 

Oggi giorno, viviamo in una società in continua evoluzione, che subisce e attua, allo stesso tempo, numerosi cambiamenti. Eppure, nonostante tante battaglie, rivoluzioni, evoluzioni, forse non siamo ancora del tutto pronti ad accettare ogni forma di cambiamento.

È, purtroppo, il caso della comunità LGBTQ+. 

In questi giorni, si sente ovunque parlare del ddl Zan, ovvero il disegno di legge che prevede “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”. 

C’è però un’osservazione da fare.

Nell’articolo1 del testo, viene anche specificato che cosa si intende per sesso biologico o anagrafico, per genere e per orientamento sessuale. C’è ancora molta confusione a riguardo, al punto da dover inserire delle specifiche all’interno del primo articolo del ddl Zan.

FACCIAMO CHIAREZZA…

Per identità sessuale intendiamo tutto ciò che ci definisce come esseri sessuati, ed è il risultato della complessa interazione tra le sue diverse componenti:

  • Sesso biologico, ossia quello definito dai cromosomi sessuali e attribuito alla nascita. 
  • Identità di genere, nonché il riconoscersi come appartenenti al genere maschile o femminile, a nessuno dei due o a un po’ all’uno e un po’ all’altro;
  • Ruolo o Espressione di genere, ovvero il grado di mascolinità o femminilità di una persona, in base alle caratteristiche attribuite da una determinata cultura al maschile e al femminile (attributi fisici, abbigliamento, interessi, tratti di personalità, ecc.);
  • Orientamento sessuale, ossia l’attrazione affettiva ed erotica per persone dell’altro genere, del proprio o di entrambi. Questa attrazione può rivolgersi solo verso alcune identità di genere oppure verso tutte.

Ad esclusione dell’orientamento sessuale, il quale si sviluppa in adolescenza, tutte le altre dimensioni dell’identità sessuale si manifestano nel corso della prima infanzia a partire dalla nascita. In seguito all’attribuzione del genere alla nascita, l’ambiente socio-culturale inizierà ad inviare una serie di messaggi che confermano e riconoscono un’identità maschile o femminile alla persona, e tale processo durerà per tutta la vita. 

Ha inizio così la “costruzione dell’identità di genere”

Infatti, i bambini tra i 2 e i 3 anni, sono in grado di etichettarsi come maschio o femmina e iniziano a scegliere, sulla base delle influenze ambientali, giochi sesso-congruenti. Si parla di tipicizzazione sessuale, e preferenze di ruolo quando, alla stessa età, iniziano a manifestare la preferenza per compagni di gioco del proprio sesso. Ciò, permane fino all’adolescenza.

Vi sono, però, casi in cui i bambini o le bambine manifestano un’atipicità di genere, cioè una non conformità a preferenze e modelli comportamentali più frequenti nel genere sessuale a cui appartengono. 

IMPORTANTE!

Va sottolineato che si tratta di scelte normali e non patologiche e che non condizionano l’orientamento sessuale del/della adolescente, il quale dipenderà da un insieme più complesso di fattori.

L’orientamento sessuale è l’unica delle quattro componenti dell’identità sessuale che non riguarda l’aspetto fisico e biologico della persona, quanto più il suo legame con gli altri. Spesso vengono erroneamente utilizzati termini come “preferenza”, “tendenza”, “scelta”. È importante che il lessico utilizzato sia il più corretto possibile. Infatti, preferenza richiamerebbe più ad un concetto di gusto personale; scelta, diventa improprio, dato che l’orientamento sessuale non è una scelta. 

Vi sono diversi orientamenti sessuali:

  • Eterosessuale: chi si identifica in un genere ed è attratto esclusivamente dalle persone del genere opposto;
  • Omosessuale: chi si sente attratto dalle persone del suo stesso genere; 
  • Bisessuale: chi prova attrazione sia per persone di genere maschile, sia per persone di genere femminile;
  • Pansessuale: chi prova attrazione indipendentemente dal genere dell’altra persona, includendo quindi anche chi ha un’identità fluida o non binaria; 
  • Asessuale, chi non prova attrazione sessuale o ha scarso interesse verso la sessualità. Non si tratta di una patologia, né di una scelta dettata da motivi morali o religiosi.

IN CONCLUSIONE, POSSIAMO DIRE CHE…

Il genere non nega la realtà biologica dell’essere umano, ma la integra. Questo risultato emerge da un corpus di ricerche di diverse discipline che convergono nel mostrare che il sesso biologico non è sufficiente a dar forma a quello che chiamiamo uomini e donne, e che non basta a determinare l’orientamento sessuale di una persona. Ad esempio, una trans(essuale) è una persona che è transitata dal genere maschile a quello femminile (transessuale MTF o donna transessuale), oppure, un trans(essuale) è una persona che è transitata dal genere femminile a quello maschile (transessuale FTM o uomo transessuale).

La transizione non implica che le persone non possano identificarsi come eterosessuali, omosessuali, bisessuali, asessuali o che possano anche rifiutarsi di etichettare il loro orientamento sessuale.

«(…) Nell’ambito delle competenze che gli alunni devono acquisire, fondamentale aspetto riveste l’educazione alla lotta ad ogni tipo di discriminazione e la promozione ad ogni livello del rispetto della persona e delle differenze senza alcuna discriminazione (…)» MIUR Circolare del 16/09/2015

Dott.ssa Lucia Sportelli